Tendine d’Achille e la sua problematica

Buongiorno sig. Bochi,

volevo chiederle una consulenza in merito al mio problema.

Ho 46 anni e circa un anno fa ho avuto la rottura del tendine d’Achille, giocando a calcio con amici.

Sono assicurato e dopo aver denunciato il fatto, la suddetta mi dice che non mi viene corrisposto nulla, visto che questo tipo di patologia è considerata una malattia degenerativa.

Detto ciò, posso rivalermi sul fatto che a scatenare la causa sia stata una azione esterna ( salto con atterraggio scomposto in una buca )

e nel caso, come dicono loro, viene considerata una malattia, potrebbe rientrare nelle clausole “invalidità permanente da malattia”?

Grazie, Flavio


Gentile Sig. Flavio,

La lesione del tendine d’Achille nelle polizze Infortuni ha una letteratura infinita e sono quarant’anni che crea dissapori e conflittualità. Non è tutta colpa degli assicuratori poiché il fondamento della questione nasce dalla medicina legale e l’Assicuratore di buon grado la condivide. L’unica cosa che ha neutralizzato in parte la contestazione dell’indennizzo, è stata la clausola messa in Polizza che esplicitamente comprendeva in garanzia le invalidità permanente.
Per sfatare l’argomento nella mia ultima società ho organizzato ben tre ARBITRATI, tutti persi.
Le trasmetto, comunque, una nota sull’argomento alla quale mi rimetto.

Per quanto riguarda la seconda parte della sua domanda, le significo che qualora nel campo di calcio ci fosse stata una buca, che costituiva insidia e trabocchetto può essere evocata la responsabilità (siamo in RC – Responsabilità Civile) di chi cura la manutenzione del campo o del proprietario. In tal caso strada è tutta in salita, ma se esistono testimonianze o, soprattutto, infortuni precedenti, si potrebbe tentale (magari con un legale); in tale seda la presunta degenerazione del tendine non ha alcun effetto inibitorio del danno.

Per la terza parte della sua domanda, le significo che per essere valutata come malattia dovrebbe avere caratteristiche diverse e soprattutto dovrebbe esistere una polizza di IPM (Invalidità Permanente da Malattia) che riconosca tale casistica.

La saluto molto cordialmente, sperando di esserle di qualche utilità.
Mario Bochi


Allegato Doc. allegato alla risposta

Polizza Infortuni: approfondimenti sulla lesione al tendine d’Achille

La lesione con rottura del tendine d’Achille, che produce un’Invalidità Permanente Parziale, valutabile scolasticamente nel 10% circa, ANIA o 15% circa INAIL, in medicina legale ha sempre dato dei grossi problemi di contestazione del danno, incrementando la conflittualità e le procedure arbitrali.

Si ritiene, infatti, che l’infortunio che capace di spezzare il tendine d’Achille, debba essere: una violenta e brusca contrazione del tricipite surale per trauma ottuso applicato sulla regione del tendine stesso.

Nella casistica medico legale di tale patologia, si riscontra che: a) la lesione al corpo del tendine è infrequente; b) la lesione in congiunzione muscolo tendinea è rara; c) la disinserzione del tendine dalla tuberosità posteriore del calcagno è’ rarissima.

Pertanto quando ci troviamo di fronte ad un caso di rottura del tendine d’Achille, il medico legare, tende a dare una motivazione di preesistenza della causa che ha favorito o si è concausata nel favorire la lesione stessa.

Tali cause di estraneità all’infortunio sono individuate: nella degenerazione naturale o patologica del tendine stesso (fragilità congenita o acquisita dell’infortunato) o nella ripetuta azione meccanica di una assidua attività sportiva (calcio, tennis, basket sono frequentissime causa dello stato precario del tendine).

Con questo quadro, e considerando che secondo la polizza infortuni la lesione deve essere: la conseguenza diretta ed esclusiva dell’infortunio che sia indipendente da condizioni fisiche o patologiche preesistenti e sopravvenute, è facile capire il perché della conflittualità fra assicurato e assicuratore.

In questi ultimi tempi il mercato assicurativo ha prudentemente accettato qualche deroga, ma normalmente limitata a percentuali d’invalidità modeste (3 o 5 % max).

Può essere importante averne la conoscenza e consapevolezza, per informare tempestivamente l’Assicurato.

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